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Grand Interiors

Villa Balbiano

Photography by Francesco Arena

Sulla via Regina che porta da Ossuccio verso Lenno, un alto muro di pietra si apre su di un giardino profilato di bosso e cipressi, con una grande fontana centrale che accompagna la vista sino al portone in bugnato.

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La facciata aristocratica di Villa Balbiano si risveglia nei piccoli ornamenti che la decorano, scandita dal ritmo delle finestre, in un gioco prospettico che la rende morbida e quieta nel suo affaccio sul verde o elegante e altera quando si specchia nell’acqua del lago.

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Il Balbiano apparteneva all’antica famiglia dei Giovio, ma venne acquistata alla fine del XVI secolo dal cardinale Tolomeo Gallio, che per anni fece progettare una dimora dall’architetto e pittore Pellegrino Tibaldi. Nella prima metà del Seicento, Marco Gallio fece degli interventi strutturali che ancora oggi caratterizzano la proprietà, come la modifica della facciata e il livellamento del terreno verso monte, per far spazio al giardino all’italiana. Il periodo di massimo splendore e grande mondanità della villa risale però alla fine del Settecento, quando al Balbiano si stabilì il cardinale Angelo Maria Durini, mecenate e cultore delle arti. Fulcro della casa, la Biblioteca, nel padiglione con loggiato, dove il cardinale spostò il suo cenacolo letterario e dove era solito incontrare il Parini.

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Scenografico l’ingresso con gli affreschi originali, la sala per la cena, la libreria, oltre a un suggestivo terrazzo coperto con il camino. Impagabile la vista dal primo piano.